Ciclo integrale dei Quartetti per archi di Beethoven
The exploration of the Beethoven quartets continues with the famous Israeli complex, in a concert that ends with the Quartet op. 132, one of the most enigmatic masterpieces of the chamber repertoire.
Fra gli ultimi progetti avviati dalla formazione israeliana, troviamo anche un programma incentrato su Beethoven che il Quartetto sta portando in tournée in diverse città tedesche.
A Roma per i concerti della Filarmonica, il Jerusalem Quartet affronterà il secondo Quartetto dell’op. 59, ovvero il ciclo dei “quartetti russi” dedicati al conte Rasumowsky, e l’imponente Quartetto op. 132, composto nella primavera del 1825, uno dei più enigmatici capolavori del repertorio cameristico, appartenente all’ultimo periodo creativo di Beethoven. La complessità e la modernità di questo lavoro sono ben espresse dalle parole di Arrigo Quattrocchi che descrive l’op. 132 come “un quartetto complesso, nel quale la successione dei temi, dei movimenti, delle armonie sembra aver perduto ogni punto di riferimento. Beethoven persegue una meta, precisa (senza la quale la musica perderebbe di senso) ma è il centro che è andato smarrito e con esso vanificate le nostre aspettative di ascoltatori”. Ci troviamo così sorpresi ancora oggi, ascoltando questo Quartetto, di fronte alla mutevolezza dei tempi, alle tensioni che creano esiti imprevedibili nell’ascolto, alle tonalità fluttuanti che provocano indeterminatezza, sospensione e non-risoluzione, ma che fanno di questo lavoro uno dei capolavori della musica da camera di ogni tempo.